Come aumentare la soddisfazione del cliente grazie all’IoT

Come aumentare la soddisfazione del cliente grazie all’IoT
L’introduzione dell’Internet of Things è in grado di aumentare il valore percepito dagli utilizzatori finali, in particolare grazie all’abilitazione della servitization

L’IoT (Internet of Things) è senza dubbio al momento uno dei trend più vivaci nel settore tecnologico. Si tratta di una tecnologia che si sta infatti espandendo rapidamente, così come il numero di dispositivi con queste caratteristiche.

Basti pensare che, secondo una recente ricerca di IHS Markit, entro il 2030 ben 125 miliardi di dispositivi potrebbero essere collegati alla rete Internet tramite l’IoT.

Il recente boom in ambito produttivo è da ricondursi soprattutto ai potenziali benefici di questa tecnologia per il business, imprese di tutti i settori e dimensioni: la connessione di macchine e dispositivi IoT alla rete Internet, ad esempio, rende possibile l’ottimizzazione della catena logistica. Oppure di mettere in atto una manutenzione di tipo predittiva, capace cioè di evitare costosi stop alla produzione industriale grazie al monitoraggio continuo dei sistemi.

O, ancora, l’Internet of Things può essere considerato come l’abilitatore per creare nuovi servizi e opportunità di business che possono garantire ulteriore entrate alle aziende produttrici.

I vantaggi degli Smart products

In realtà, però, la natura dei benefici dell’Internet delle cose non è unidirezionale: anche i clienti finali possono infatti avvantaggiarsi dell’innovazione introdotta da questa tecnologia, in particolare dal punto di vista della customer experience.

D’altro canto l’IoT, nella sua accezione più larga, non è altro che una rete di dispositivi collegati tra loro tramite Internet, capaci di comunicare e scambiarsi dati di varia natura. E i dati rappresentano il fondamento della moderna società digitale. Pensiamo ad esempio ai prodotti finali dotati di connessione Internet, come lavatrici, televisori ma anche alle macchine industriali: la connettività non è un semplice orpello, ma rappresenta un deciso miglioramento rispetto al passato.

Innanzitutto questi prodotti sono in grado di auto-gestirsi, auto-adattarsi alle circostanze e di scambiare informazioni relative all’ambiente, sull’uso e sul proprio funzionamento con altri dispositivi intelligenti. Ma non solo: i prodotti IoT sono equipaggiati con veri e propri sistemi operativi software, che possono essere costantemente aggiornati, fattore che garantisce la possibilità di eliminazione di eventuali difetti e problemi in maniera automatica. Senza necessità, dunque, di portare il dispositivo/macchinario in assistenza, ed eliminando così un inconveniente non da poco sia clienti consumer che B2B.

Il miglioramento della Customer experience

La connessione, inoltre, rende possibile un altro vantaggio rilevante dal punto di vista del cliente finale: il monitoraggio continuo e la conseguente tracciabilità. I prodotti smart, infatti, trasmettono informazioni in tempo reale alla casa produttrice sul funzionamento e le modalità di utilizzo del prodotto stesso (che spesso possono essere sensibilmente diverse da quelle ipotizzate in fase di progettazione).

Questi dati, se correttamente analizzati e impiegati, possono essere utilizzati dalle aziende per creare nuove generazioni di prodotti dalle caratteristiche più rispondenti ai bisogni dei clienti finali, capaci di migliorare la customer experience e dare vita a una relazione ancora più solida tra il cliente e l’impresa. In buona sostanza Industria 4.0 permette di integrare i bisogni e le preferenze dei clienti nello sviluppo dei prodotti e quindi di dare vita a una sorta di processo di co-creazione, permettendo all’utente finale di contribuire nel tempo alla ottimizzazione e innovazione.

Il marketing abilitato dall’IoT

I vantaggi dell’IoT sono evidenti anche in chiave di marketing: le aziende produttrici possono utilizzare la connettività degli oggetti per arricchire la comunicazione anche con i clienti.

Dal momento che, come abbiamo accennato in precedenza, i sensori integrati all’interno dei prodotti possono fornire preziosi i dati relativi alle tipologie di utilizzo, questi dati possono essere sfruttati anche in chiave comunicazione/marketing. In particolare, i bytes di ritorno dall’IoT possono essere utilizzati per inviare comunicazioni personalizzate e mirate ai propri clienti.

L’analisi dei dati può infatti permettere di conoscere nel dettaglio gli interessi dei propri clienti. Su questa base dati i team di vendita e marketing possono elaborare messaggi pertinenti e personalizzati, ad esempio suggerendo altri prodotti e servizi simili o complementari.

Grazie alla più precisa conoscenza dei clienti le imprese possono personalizzare non soltanto l’offerta di prodotto, ma anche il prezzo finale, suddividendolo per diverse tipologie e fasce.

Questo particolare applicazione del marketing basata sui dati è utile anche per incrementare l’esperienza complessiva del cliente finale, ormai sempre meno tollerante nei confronti delle offerte massificate e sempre più alla ricerca di soluzioni capaci di soddisfare le proprie peculiari esigenze.

Il flusso di dati reso disponibile dall’IoT può consentire la commercializzazione dei prodotti nel momento esatto in cui i clienti li richiedono. Addirittura, un’azienda potrebbe prendere in considerazione la possibilità di effettuare vere e proprie offerte istantanee, o magari anche scontistiche ben definite, che possono avere maggiori possibilità di essere accettate.

Applicazioni IoT per il mondo B2B

I benefici dell’IoT non sono però limitati soltanto all’ambito consumer: il monitoraggio continuo e la grande disponibilità di dati possono infatti rivelarsi molto utili anche nel mondo B2B. In particolare, la capacità dell’Internet of Things di fornire informazioni accurate e in tempo reale è qualcosa che può essere estremamente utile alle aziende di tutti i settori produttivi.

Pensiamo ad esempio all’aspetto logistico: i prodotti realizzati o assemblati vanno sempre consegnati in qualche luogo e le consegne possono avere sempre qualche inconveniente di troppo. Il posizionamento di sensori IoT nei prodotti o nei veicoli che li trasportano permette di monitorare in tempo reale il posizionamento del prodotto, garantendo dunque un miglioramento complessivo dell’esperienza del cliente/fornitore.

Restando sempre nell’ambito della logistica aziendale, l’impiego della sensoristica IoT consente di ottimizzare il funzionamento del magazzino. Il monitoraggio in tempo reale, infatti, abilita alla gestione automatica dei livelli di inventario, effettuando nuovi ordini di merci e materiale soltanto quando effettivamente necessario.

Più in generale, i clienti si aspettano che le soluzioni IoT siano in grado di adattare e perfezionare i servizi ricevuti in base a quanto succede nel mondo reale. Immaginiamo ad esempio che la sensoristica IOT renda disponibile una grande quantità di informazioni sulla temperatura di uno specifico asset, come ad esempio una macchina adibita alla produzione industriale.

Grazie alla possibilità di combinare queste informazioni con le modalità di utilizzo dello stesso, sarà possibile generare un modello predittivo in grado di stimare il valore del parametro temperatura in funzione della modalità e/o del tempo di utilizzo del prodotto. Un vero e proprio servizio utile al cliente finale che, dunque, potrà aggiungersi alla vendita della macchina utensile da parte della impresa produttrice.

Il paradigma della servitizzazione

A proposito di servizi, è innegabile che l’IoT – in combinazione con cloud e data analytics – sia certamente uno degli elementi abilitanti il processo di servitizzazione, o service transformation.

Dietro a questi termini c’è il passaggio dalla vendita di un prodotto (o servizio) standard in ottica transazionale, all’offerta di una soluzione ad un bisogno del cliente che coinvolge cliente e fornitore (o l’ecosistema di fornitura) in una relazione prolungata nel tempo.

Come abbiamo raccontato in precedenza, un ruolo chiave nel funzionamento della service transformation è rappresentato dalle informazioni di ritorno (dai clienti verso i produttori o fornitori del bene) legate allo stato di funzionamento del prodotto e alle condizioni di contorno.

Attraverso questi dati diventa possibile elaborare specifiche politiche di manutenzione e service che possono abilitare contratti legati allo “sfruttamento” del prodotto (come pay-per-use, pay-per-availability, pay-per-performance), che possono risultare particolarmente vantaggiosi anche da un punto di vista economico.

Per attivare con successo il paradigma della servitizzazione, l’IoT deve essere combinato con il cloud computing, una tecnologia che consente di archiviare e accedere ai dati in remoto (Infrastructure-as-a-service) e poter visualizzare e fare semplici elaborazioni sui dati stessi (Software-as-a-service). Qualora fosse necessaria una necessità di analisi in tempo praticamente reale, una buona alternativa può essere rappresentata dall’edge computing, un’architettura distribuita che porta i componenti base di elaborazione, storage e networking più vicino alle fonti che generano i dati.

Non solo industria

Un altro tassello fondamentale per la servitizzazione e per i connected product è rappresentato dalla presenza di un’interfaccia digitale semplificata o comunque accessibile, che permetta anche ai non addetti ai lavori di interfacciarsi con la grande quantità di dati prodotta dall’IoT.

Questa possibilità sta cambiando il mondo industriale, ma non solo: ad esempio nel mondo smart agrifood si sta assistendo alla grande diffusione di piattaforme software funzionanti grazie all’afflusso dei dati dell’IOT. Questo ha permesso alle aziende più innovative di sposare la logica del precision farming, che permette il dosaggio preciso delle risorse utilizzate in agricoltura.

Il riferimento, ad esempio, è alla potenza dei motori necessari alle lavorazioni agricole, oppure alla quantità di risorse necessarie per irrigazione o fertilizzazione e altro ancora.

Prodotti più ricchi di valore rispetto al passato

Allargando il quadro, i teorici della servitization hanno messo in evidenza come gli Smart products non siano soltanto dei prodotti con in più la connessione a Internet.

Piuttosto, è possibile affermare come l’IoT consenta di cambiare radicalmente le cose rispetto al passato, assicurando a questi beni un valore intrinseco maggiore e superiore rispetto a quelli non connessi a Internet.

Semplificando al massimo, l’Internet of Things permette di introdurre una intelligenza artificiale in grado di agire sulle caratteristiche delle componenti meccaniche ed elettriche in tempo reale e in funzione di parametri definiti in funzione dell’obiettivo del prodotto stesso (ad esempio, adattarsi o amplificare o gestire il comportamento dell’utente).

Il continuo scambio di dati tra il prodotto il produttore, tra il prodotto e l’ambiente nel quale si trova ad operare, permette di sviluppare funzionalità nuove rispetto a quelle tradizionali, a tutto beneficio dell’utilizzatore finale.

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